I primi 10 giorni di Dicembre 2020 sono stati alquanti dinamici ed hanno visto il ritorno da protagonista di una grande assente degli ultimi anni, quantomeno così abbondante e ad inizio inverno: la Neve! Riviviamo dunque questo notevole evento accaduto in un periodo difficile per tutti come quello di questa pandemia, attraverso una veloce analisi ed alcune foto scattate in quei giorni!
Dopo un Novembre decisamente avaro di precipitazioni a causa di un ingombrante Anticiclone Sub-tropicale in sede Mediterranea ed Europea a bloccare ogni velleità perturbata, l'inizio di Dicembre vede un rapido ma sostanziale cambiamento: l'anticiclone Azzorriano si eleva improvvisamente in pieno Atlantico, favorendo lo scorrimento di una vasta depressione dall'Islanda verso l'Europa, con arrivo tra l'altro di aria più fredda e finalmente invernale, proprio in concomitanza con l'inizio ufficiale dell'Inverno meteorologico! Questa fase è contraddistinta dal cosiddetto Atlantico freddo, un afflusso di correnti umide e perturbate atlantiche senza un forte richiamo caldo meridionale ed, anzi, nuovi ingressi freddi a seguire. Inoltre, la formazione di un solido e robusto anticiclone sul continente Russo (gli esordi del famoso ed ormai quasi solo leggendario Anticiclone Russo-Siberiano) non permette all'area depressionaria di spostarsi verso Est, determinando un vero e proprio sbarramento! Una configurazione da un certo punto di vista più autunnale che invernale viste le grandissime quantità di pioggia riversatesi nei primi 10 giorni del mese su tutta la Provincia (115 mm di pioggia solo a Pavia), ma figlia di una sinottica particolare, qui riassunta:
Tra l'1 e il 12 Dicembre si susseguono perturbazioni, più o meno significative, con il ritorno della neve a quote via via più basse, fino a raggiungere anche la pianura l'1, il 4 e il 5. Proprio Venerdì 4 Dicembre si registrano gli accumuli maggiori anche sulle pianure, con ottimi seppur molto bagnati 10-15 cm diffusi tra Lomellina e Vogherese e con ben 3 cm anche a Pavia città dopo un'avvincente battaglia all'ultima folata tra il mite vento da Est e il fresco Sud-Ovest!
Ma è sul nostro Oltrepò collinare e montano che va' in scena un evento davvero importante per la climatologia di questa zona: a differenza infatti di molti altri peggioramenti, quando un definitivo afflusso di aria calda fa solitamente schizzare subito lo zero termico fino a quote fuori dalla portata delle nostre cime, questa volta l'aria calda (in una prima fase Libeccio, in una seconda Scirocco) viene dopo poche ore sostituita da un ingresso più freddo a riportare la quota neve verso le quote collinari. Data inoltre l'impossibilità del sistema depressionario a traslare verso Est o a sprofondare verso il Mediterraneo meridionale, ecco che a più riprese le nostre montagne vengono investite da ottime nevicate, a tratti anche molto intense, soprattutto Martedì 8 Dicembre!
Gli accumuli finali vanno crescendo chiaramente con la quota: si passa infatti dai 30-40 cm finali attorno ai 200 m delle prime colline fino ad oltre 1 metro e mezzo ai 1450 m del Monte Penice, a salire fino ad oltre 2 metri di neve sulle vette più elevate, come il Monte Lesima o il Monte Chiappo.
Ma per apprezzare ancora di più questo evento, oltre che mantenere una viva memoria fotografica di un evento davvero importante, emozionante e forse un po' disagevole per le comunità montane, ecco una carrellata di foto, alcune scattate da voi lettori, altre dallo staff di Paviameteo:
Nevicate in pianura del 4 Dicembre (foto di Paolo Corona a Pavia, Daniele Concati da Voghera)
Scatti durante la nevicata del 4 e 8 Dicembre dall'azienda agricola "Pietra Viva" da Pietragavina, sopra Varzi, a 800 m di quota.
Foto degli accumuli ingenti in quota, in ordine, di Marco Tambussi dai 1350 m di Pian del Poggio, di Luca Arnaud dai Piani di Lesima (1100 m) e uno scatto felino innevato di Maura Domenichetti da Negruzzo.
Foto dopo l'ultima nevicata nella prima Domenica di zona gialla; scatti di Paolo Corona da Cima Colletta (1490 m) e da Passo Penice (1150 m), di Gabriele Campagnoli dal Brallo.
Analisi a cura di: Paolo Corona
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