Il glossario di Paviameteo

Per rendere maggiormente comprensibile il linguaggio utilizzato sul sito, offriamo qui sotto un breve glossario dei termini più utilizzati: qualora foste curiosi di conoscere un termine non presente qui sotto, scrivete direttamente al solito indirizzo mail.

Termini relativi allo stato del cielo:

Viene convenzionalmente suddiviso in ottavi: per semplicità, la terminologia qui utilizzata è la seguente:

  • Sereno – 0/8. Cielo completamente o quasi completamente sgombro da nubi.
  • Poco nuvoloso – 1 o 2/8. Cielo praticamente sgombro da nubi, con qualche sparuta presenza.
  • Nuvoloso – 3 o 4 o 5/8. Vi è presenza di nubi per circa la metà della superficie visibile.
  • Molto nuvoloso – 6 o 7/8. Vi sono molte nubi, ma non completamente compatte tra loro: vi sono sprazzi di sereno o semplici schiarite.
  • Coperto – 8/8. Il cielo è uniformente coperto di nubi, senza tracce di schiarite.

Senza considerare la suddivisione in ottavi, vengono usati anche i seguenti termini:

  • Velato. Il cielo è contraddistinto da nubi alle quote alte, con base in genere oltre i 6000m. Sono al più i classici cirrostrati. Durante l’estate può caratterizzare le situazioni da “cappa d’afa”, con cielo lattiginoso.
  • Parzialmente nuvoloso. Vi è il passaggio di nubi sparsi per un determinato intervallo di tempo. Con questo tipo di cielo sono escluse le precipitazioni.
  • Irregolarmente nuvoloso. Presenza di nuvolosità qua e la, con addensamenti che potrebbero sfociare in precipitazioni: questo termine contiene in sé una maggiore quota di nuvolosità rispetto al “parzialmente nuvoloso”.


    Termini relativi alle precipitazioni:

    • Locali: Sono piogge (o nevicate, o nebbie..) che interessano solo una piccola parte della nostra provincia. Ad esempio, con "locali" si intendono fenomeni che possono interessare Pavia, ma non la vicina Zeccone.
    • Isolati: Identici a locali.
    • Sparse: Sono precipitazioni abbastanza ben distribuite sul territorio, con un'area di copertura che può spaziare dal 25 al 75%.
    • Diffuse: Sono precipitazioni che interessano gran parte del nostro territorio: generalmente comprendono tutta la provincia di Pavia, con qualche possibile, rara esclusione.
    • A macchia di leopardo: Riferito in particolare ai fenomeni temporaleschi primaverili ed estivi, s'intende la possibilità di rovesci o temporali in aree non ben inquadrabili dalla circolazione.
    • Scarsi: Precipitazioni poco probabili e di modesta entità.

      Termini relativi all'intensità delle precipitazioni:



    • Deboli: Precipitazioni non superiori ai 2mm/h. Non rientrano in questo campo le pioviggini.
    • Moderate: Precipitazioni in media compresa tra i 2 e gli 8mm/h.
    • Forti: Precipitazioni d'intensità superiore agli 8mm/h.
    • Rovesci: Sono improvvisi scrosci di pioggia, di intensità molto variabile ma con un picco almeno superiore agli 8mm/h. Di stampo convettivo, cessano altrettanto improvvisamente.
    • Acquazzoni: Idealmente vicini ai rovesci, hanno in genere una maggiore durata.
    • Temporale: Sono precipitazioni di qualsiasi entità, da solo alcune gocce ad intensi rovesci, che sono accompagnate da fulmini e tuoni.
    • Nubifragio: E' un acquazzone dirotto, che inonda improvvisamente e devasta: generalmente ha un'intensità superiore ai 100mm/h.
    • Piovaschi: Sono precipitazioni di debole o moderata intensità, di breve durata, talvolta accompagnati da raffiche di vento.
    • Pioviggini: Precipitazioni molto deboli, talvolta fitte, caratterizzate da minuscole gocce di pioggia. L'intensità è in genere sempre inferiore ad 1mm/h.


Termini relativi alla percezione del calore:

  • Afa. Sensazione di calore fastidioso quando un’elevata temperatura è accompagnata da un alto tasso d’umidità relativa. Generalmente, 30°C con il 50% di umidità costituisce una situazione afosa.
  • Colpo di calore. E’ la situazione più estrema: 35°C con il 90% di umidità, oppure 40°C con il 70%. Inesistente per le nostre latitudini.
  • Opprimente. E’ un caldo per il quale temperatura ed umidità sono elevate: esempi sono 30°C con il 90% di umidità, oppure 35°C con il 70%. Un caldo di questa fattezza è praticamente improponibile per la nostra pianura pavese.
  • Torrido. Si definisce “caldo torrido” una situazione nella quale ad un’elevata temperatura corrisponde un basso tasso d’umidità: il caldo è dunque torrido quando registriamo 33°C con il 30% di umidità, oppure 37°C con il 20%.

  “Caldo afoso” e “caldo torrido” sono l’uno l’opposto dell’altro: il caldo o è afoso o è torrido. 


Termini relativi alla circolazione generale dell’Atmosfera

  • Anticiclone. Zona di alta pressione, nella quale i valori barici crescono dalla periferia verso il centro. Dire ad esempio che vi è l’Anticiclone delle Azzorre centrato sulle isole Britanniche, significa che là il tempo sarà stabile, con valori di pressione più elevati rispetto alle aree circostanti.
    Generalmente caratterizzato da condizioni di tempo stabile e soleggiato in estate e nebbioso in Autunno-inverno. E’ l’opposto del Ciclone (o zona di bassa pressione o vortice depressionario o vortice ciclonico).
  • Area anticiclonica: analogo di anticiclone.
  • Area depressionaria: zona di bassa pressione, nella quale i valori diminuiscono dalla periferia verso il centro. Generalmente caratterizzata da condizioni di tempo instabile-perturbato. Per la nostra provincia, i peggioramenti più importanti giungono quando le aree depressionarie sono poco ad ovest dell’Italia, sul golfo del Leone o sul Ligure.
  • Area ciclonica: analogo di area depressionaria.
  • Cavo d'onda: Modesta Saccatura, che non riesce a sfondare bene a basse latitudini.
  • Ciclone: analogo di area depressionaria.
  • Fronte caldo: sistema frontale che comporta la sostituzione di masse di aria fredda preesistente con masse di aria più calda. Si vede dall’osservazione del cielo per la comparsa di nuvolosità stratificata e compatta. I fenomeni ad esso associati sono molto blandi, e per lo più a carattere di pioviggine.
  • Fronte freddo: sistema frontale che comporta la sostituzione di masse di aria calda preesistenti con masse d'aria fredda. Generalmente associato a precipitazioni a carattere temporalesco. Si vede dall’osservazione del cielo per lo sviluppo delle classiche nubi a cavolfiore, i cumulonembi, e dalla tendenza ad una maggiore limpidezza del cielo.
  • Fronte stazionario: fronte che si muove molto lentamente.
  • Goccia fredda. E’ un piccolo vortice ciclonico che si è staccato dalla struttura depressionaria madre a causa di un taglio operato da una struttura anticiclonica: la loro localizzazione è spesso difficile da prevedere. In generale, una goccia fredda centrata sulla Francia meridionale o poco a SW dell’Italia arreca condizioni di forte instabilità sulla nostra provincia.
  • Ponte di Weijkoff. E’ l'unione tra l'Anticiclone delle Azzorre e l'Anticiclone Russo-Siberiano: la formazione di un lungo ponte anticiclonico, esteso dall'Europa occidentale al cuore della Russia, permette l'afflusso di moderate e fredde correnti orientali in direzione dell'Europa e del Mediterraneo. A seconda del suo asse, può apportare forti irruzioni d'aria artica continentale e polare continentale (Burian).
  • Pressione atmosferica: pressione esercitata dall'atmosfera su un dato punto della superficie terrestre. La sua misura può essere espressa in svariati modi. In millibar, in millimetri di mercurio (mmHG), in ectopascal (hPa). Nota anche come pressione barometrica.
  • Saccatura. Molto adoperata per descrivere la situazione in quota, è un affondo depressionario a forma di U. Lungo il versante destro di questo "U" si formano le onde corte di Bjerkenes, che danno origine ai sistemi frontali.
  • Vortice depressionario: area depressionaria associata a generali condizioni di tempo perturbato.


    Termini relativi ai macrosistemi beta (termini per indicare le aree di ciclogenesi):


    • Genoa-low. Minimo depressionario sul golfo Ligure. Si viene a formare in seno a moderate ondulazioni nord-occidentali atlantiche, che dal golfo di Biscaglia s'inseriscono sul golfo del Leone, e da qui al Ligure. In genere arreca condizioni di intenso maltempo su Piemonte orientale, Liguria e Lombardia.
    • Golfo del Leone-Low: Minimo depressionario centrato sul golfo del Leone: anche questo, similmente a quello di Genova, è innescato da una ondulazioni atlantica, leggermente più meridiana, disposta cioè con asse Nord --> Sud. Anche tale sistema arreca condizioni di maltempo al nord-ovest.
    • Baleari-Low. Minimo depressionario con perno sulle Baleari: scarsamente significativo per le nostre aree, apporta piogge e temporali sulle regioni centrali tirreniche nel suo moto verso levante.
    • Medio-alto Adriatico-Low: Minimo depressionario centrato sul medio-alto Adriatico: si forma spesso in occasione di discese fredde settentrionali, che valicando le Alpi innescano la molla del Foehn al nord-ovest. Non portano nessuna fenomenologia sulla nostra provincia.
    • Tirreno centro-meridionale-Low: Minimo depressionario collocato sul mar Tirreno centro-meridionale: anche questo sistema non riesce ad influenzare il tempo sulla nostra provincia, ma è responsabile di intensi fenomeni di maltempo sul sud-Italia.
    • Nord-Africa-Low: Minimo depressionario con centro sulle coste dell'Algeria, o della Tunisia, o più sporadicamente della Libia: data la notevole distanza spaziale, non riesce ad influenzare il tempo del centro-nord Italia.

      Altri termini:


    • Effetto albedo: L'albedo è la frazione di energia che si perde nello spazio per riflessione. In generale, rappresenta il potere riflettente di una superficie. L'indice oscilla tra un minimo = 0, ed un massimo = 1. Il potere riflettente della neve è =0.9. La neve ha la caratteristica, oltre che presentare una elevata riflettività, di disperderla nello spazio in tempi molto rapidi; con suolo innevato la temperatura crolla rapidamente subito dopo il tramonto per poi scendere in modo lento e graduale. Quanto più la neve è fresca e maggiore è la propria capacità riflettente (albedo maggiore) e minori saranno le temperature minime che si registreranno. In ogni caso proprio in base a tali caratteristiche con suolo innevato (specie da pochi giorni) le minime notturne saranno perlomeno di 4°/5°C inferiori che non in caso di suolo nudo (valore molto empirico, poiché subentra anche la natura del terreno stesso).

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