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Climatologia di Pavia

CLIMATOLOGIA DI PAVIA

In questa sezione verranno pubblicati gli studi condotti da Paviameteo e dal Dipartimento di Scienze della Terra di Pavia (Cortemiglia G.C., Manfredini U. & Ottone C. "Atti Ticinensi", Vol. 43-44) sul clima generale di Pavia; i grafici verranno aggiornati ogni anno, oppure in occasione di eventi importanti.

L'ANDAMENTO TERMOMETRICO DI PAVIA


La ricerca e la raccolta dei dati meteorologici osservazionali rilevati a Pavia a partire dal 1808, hanno consentito a Cortemiglia et al., (2003), di ricostruire la serie termometrica storica dal 1861, mentre l’applicazione del procedimento di inferenza statistica su questo campione ha condotto alla determinazione, con l’uso degli stimatori campionari (Cortemiglia, 2002), dei principali parametri indicativi delle caratteristiche del clima locale.

Per effettuare questa analisi complessiva, sono stati utilizzati i dati di 4 Osservatori meteorologici, sparsi in punti differenti della città.

Le osservazioni termometriche a Pavia iniziarono con regolarità nel 1808, sotto la direzione del Prof. Pietro Configliachi, presso il Gabinetto di Fisica dell’Università: questo primo Osservatorio meteorologico funzionò ininterrottamente dal 1.1.1808 al 31.12.1892, e fu istituito per ordine dell’Imperatore Giuseppe II.

Il secondo Osservatorio, che funzionò ininterrottamente dal 1.1.1893 al 31.12.1980, era sistemato a NE del centro ed a NORD del Cimitero, in viale Campari, su un’area destinata in epoca medievale ad attività religiose, nella seconda metà del secolo XVIII a lebbrosario, nel secolo XIX al cosiddetto Orto Agrario, facente parte degli stabilimenti scientifici annessi alla facoltà di Scienze, e dal 1890 ad Osservatorio Geodinamico e Geofisico.

Il terzo Osservatorio Meteorologico, gestito dalla Fondazione Salvatore Maugeri dal 1.1.1981 al 31.12.1993, risulta ubicato sulla terrazza dell’edificio di via Cesare Battisti ad un’altezza del piano campagna di 14 m.

Il quarto Osservatorio Meteorologico, gestito dalla Provincia di Pavia, Settore Tutela e Valorizzazione Ambientale, dal 1.1.1994 al 31.12.2001, e successivamente dall’ARPA, risulta ubicato in una capannina meteorologica posta in via Folperti.

Ora, il quinto Osservatorio Meteorologico di riferimento è rappresentato proprio dalla nostra stazione di Pavia C.na Pelizza, appartenente al sito Paviameteo ed all’Associazione Culturale Centro Meteorologico Lombardo, ubicata in Via Carlo Bianchi e gestita da Tommaso Grieco dal 1.12.2004.

Il grande Lavoro svolto dai Professori Cortemiglia e Manfredini, con approfondita ricerca d’archivio delle schede originali inviate dall’UCEA, ha consentito di ricostruire, senza lacune, la serie termometrica di Pavia dal 1.1.1894 al 31.12.2002, dei dati osservazioni giornalieri delle temperature minime e massime, dalla cui semisomma si è ricavata la temperatura media giornaliera.

L’applicazione dei test di indipendenza alla serie termometrica storica, consente di poterla considerare come un campione statistico rappresentativo, in quanto i dati osservazionali risultano aleatori, indipendenti ed approssimativamente distribuiti normalmente, quindi le caratteristiche determinabili con gli stimatori campionari possono essere correttamente estese alla popolazione di riferimento.

In prima analisi, applicando il test di Mann-Kendall e di Pettitt, risulta un andamento termico crescente, con inizio della sua positività nell’anno 1919.

In particolare, in tutta la lunghezza della serie storica, si può interpretare il trend generale come una variazione temporale dalla media: mentre la prima parte della serie termometrica (1861-1884) si caratterizza con una variabilità climatica ancora legata alla diminuzione della temperatura verificatasi nella “piccola era Glaciale” (Pinna, 1984), la restante parte della serie rivela invece una tendenza al rialzo della temperatura, ed induce a ritenere che il periodo caldo, iniziato nel 1885, abbia subito un incremento nel 1919.

Nel grafico qui sotto è possibile constatare questa tendenza al rialzo termico:

L'andamento termometrico di Pavia dal 1862 ad oggi


Nel corso del XIX secolo due grandi eruzioni vulcaniche modificarono il clima, la prima nel 1815 (Tambora), la seconda nel 1883 (Krakatoa). A questi due eventi, seguirono annate davvero fredde, con il 1816 definito “l’anno senza estate” per gran parte dell'Europa, ed il periodo 1883-1890 con le temperature annuali più basse degli ultimi 160 anni.

Non a caso, ben 8 delle 13 temperature medie annuali più basse registrate a Pavia, cadono all'interno del XIX secolo:

I 13 anni più freddi a Pavia dal 1862 ad oggi


A fronte di ciò, abbiamo assistito ad un XX secolo con un trend termico quotato al rialzo: dopo una fase ancora fredda durante la Prima Guerra Mondiale, dagli anni ’30 agli anni ’60 abbiamo registrato un classico andamento oscillatorio, caratterizzato da normali ondulazioni attorno alla media.

Dagli anni ’70, invece, il campo termico è risultato orientato verso un rialzo, pur con le normali oscillazioni quotate al ribasso, specie nella prima metà degli anni ’80 e nella seconda metà degli anni ’90.

Il campanello d’allarme è scattato nel 1987, quando la T media annuale sorpassò per la prima volta i 14.0°C!

Dal 2000 ad oggi la tendenza al riscaldamento è divenuta assai evidente, con i 14.0°C di media annuali verificatisi in ben 4 anni: capovolgendo il grafico di prima, si possono andare a valutare i 13 anni più caldi a Pavia dal 1862 ad oggi: ebbene, con l'avvento del XXI secolo ben 9 anni sono entrati in classifica, ad esclusione dei soli 2005 e 2010!

I 13 anni più caldi a Pavia dal 1862 ad oggi


Sintetizzando l'ampio lavoro di analisi dati, possiamo concludere che a Pavia la temperatura media annuale è aumentata da un minimo di 12.3°C osservato a cavallo del 1900, ad un massimo di 13.6°C, ravvisabile ai giorni nostri.

Oltre alle classiche oscillazioni termiche facenti parte integrante della storia della Terra, nella nostra fase è da ritenere probabile (con diverse sfumature) un’influenza da parte dell’uomo, con l’immissione in atmosfera di gas serra e con le modifiche della superficie terrestre operate dalla deforestazione.

E’ difficile pensare che cambiamenti termici avvenuti naturalmente nel giro di millenni, ora possano concretizzarsi nel giro di 20-30 anni: quindi, più che l’intensità del riscaldamento globale, è la velocità con la quale sta trovando concretezza a dover preoccupare su scala mondiale.

Esulando dall’infinito dibattito che si potrebbe aprire sulle dinamiche legate al Global Warming (tra le quali i raggi solari, l’inclinazione dell’asse terrestre, i fattori cosmici), torniamo a concentrarci su scala microlocale: un indubbio fattore rilevante è rappresentato dall’urbanizzazione, che dagli anni ’60 ad oggi è letteralmente esplosa, riducendo fortemente gli spazi verdi e quelli agricoli preesistenti.

Solo nella regione Lombardia, negli anni compresi tra il 1999 ed il 2005, la velocità di urbanizzazione è stata di +4m3 per abitante.
La cementificazione porta ad una diminuzione del tasso di umidità relativa, e ad un conseguente rialzo termico, maggiormente avvertibile durante le ore notturne, quando il calore assorbito durante le ore diurne tende ad essere lentamente rilasciato negli strati superficiali della troposfera.

Oltre a ciò, occorre ricordare l'"Effetto Canyon" estivo del centro città, caratterizzato dal fatto che il calore assorbito dalle aree cementificate, non trovando punti di sfogo in grandi spazi verdi, continua a rimbalzare da edificio ad edificio, creando un surplus termico rispetto alle aree adiacenti.

Non è da escludere che, con la recente e sproporzionata urbanizzazione delle aree periferiche della città, tale effetto possa presentarsi in più zone, e sommandosi possa creare una bolla calda di maggiori dimensioni.

Indubbiamente, l'urbanizzazione e la drastica riduzione degli spazi verdi ha contribuito ad un riscaldamento locale, unito ad un incremento dell'inquinamento atmosferico, già di per sè difficile da contrastare a causa della particolare orografia nella quale si trova inserita la città di Pavia.

Dicendo questo, non vogliamo assumere un atteggiamento NIMBY (acronimo inglese che sta per " Not In My Back Yard", e cioè "Non nel mio cortile"), negando il progresso, o protestando con ogni mezzo contro iniziative insediative ed industriali, ma siamo fortemente convinti che facendo prevalere il buon senso si possa giungere ad uno sviluppo ecosostenibile.

Parlando invece di circolazione generale, possiamo affermare che la ITCZ, cioè la InterTropical Convergence Zone, ha subito nel corso degli anni uno spostamento verso latitudini più elevate, il che si è tradotto in una maggiore ingerenza dell’Anticiclone sub-tropicale su gran parte del Mediterraneo.

Gli indici AO e NAO sono spesso risultati positivi, segnalando un forte gap tra il ramo islandese del Vortice Polare e l’Anticiclone delle Azzorre.

Tutto ciò si è tradotto in un clima piuttosto caldo, tant’è che se andiamo a considerare le deviazioni dalla media del nuovo millennio, balza agli occhi la netta superiorità dei mesi rossi (sopramedia) su quelli blu (sottomedia), con le punte estreme delle estati del 2003 e di molti mesi del 2007:

Gli scarti termici mensili dal Gennaio 2000 al Gennaio 2011


A differenza di tutti gli altri anni dal 2000 ad oggi, solo il 2010 ha presentato un maggior numero di mesi con temperature sottomedia (7) rispetto a quelli sopramedia (5): che si sia trattato di un episodio sporadico all’interno di un’oscillazione indirizzata verso l’alto?

Il 2010 unico anno con più mesi sottomedia termica


Entrando ancor più nello specifico, possiamo stilare una classifica delle temperature più elevate mai raggiunte in città: il record spetta al 13 Luglio 1901, quando vennero raggiunti i 39.5°C, valore di un solo decimo superiore a quello dell’11 Agosto 2003.

Nel grafico che riprende le 13 temperature massime più elevate di Pavia, ben 8 si sono registrate nel 2003, ad ulteriore conferma di come, quell’anno, sia stato eccezionalmente caldo.

Le temperature massime più elevate di Pavia



La presenza del 2004, 2005, 2006 e 2009, testimonia invece la facilità con la quale, nell'ultimo periodo, si vengono a raggiungere simili valori estremi, a differenza dei casi isolatissimi del passato.

Per concludere, pubblichiamo qui alcune curiosità termiche legate alla città di Pavia, prendendo a riferimento il periodo 1862-2002: