2003: basta il nome per dire tutto

L'anno del grande caldo, l'anno in cui il cambiamento di circolazione indotto dal Global Warming ha sfoderato il peggio di sè proprio sulla nostra penisola.

Le temperature:

Il 2003 verrà ricordato (erroneamente) come l'anno più caldo di sempre. Nella serie storica a nostra disposizione, iniziata a livello termico nel 1862, quest'anno si piazza al 2° posto nella classifica dei più caldi di sempre, dietro solo al 1987, davanti per 2 decimi di grado.
I primi 4 mesi trascorrono con un campo termico lievemente superiore alla media, specie Gennaio e Marzo.
Da fine Aprile ha invece inizio la straordinaria ondata di caldo (già 27.0°C di massima il 24 Aprile), la quale avrà modo di proseguire fino a fine Agosto.
L'8 Maggio la temperatura raggiunge i 32°C, e nei giorni seguenti staziona attorno ai 30°C. A Giugno si superano 4 volte i 36°C, in dettaglio il giorno 12 (36.1°C), 13 (36.7°C), 14 (36.1°C), e poi di nuovo il 26, sempre con 36.1°C.
Pur in un contesto di pesante anomalia barica, Luglio 2003 è il mese estivo meno opprimente, con massime che raggiungono più volte i 35°C, ma senza toccare le punte del mese di Giugno.
Agosto, invece, dà il peggio di sè: per tutti e 31 i giorni, le massime rimangono ben oltre i 30°C: dal 4 al 14 Agosto si registra un'ondata di caldo con pochi precedenti: ecco le massime di Pavia:

4 Agosto 2003: 36.9°C
5 Agosto 2003: 37.5°C
6 Agosto 2003: 37.6°C
7 Agosto 2003: 36.5°C
8 Agosto 2003: 35.7°C
9 Agosto 2003: 36.4°C
10 Agosto 2003: 37.5°C
11 Agosto 2003:
38.4°C
12 Agosto 2003: 37.6°C
13 Agosto 2003: 38.0°C
14 Agosto 2003: 36.1°C

In seguito il caldo mantiene valori attorno ai 34°/35°C, con un altro piccolo excursus oltre i 36°C tra il 23 ed il 24.

Ad inizio Settembre il caldo africano molla la presa, e finalmente scende di latitudine, ritirandosi sulle sue terre d'origine.
Ad un Ottobre sottomedia, seguono un Novembre ed un Dicembre piuttosto miti, con scarti termici positivi di +1.0°C e +2.0°C rispettivamente.


Gli scarti termici del 2003 a Pavia

In seguito alle eccezionali condizioni climatiche di questa estate, ed all’allarme sociale provocato dalle notizie provenienti da Paesi vicini, quali la Francia, il Ministro della Salute ha disposto, subito dopo ferragosto, un’indagine epidemiologica per verificare se anche in Italia vi fosse stato un eccesso di mortalità, in particolare tra gli anziani.
Riportiamo qui sotto i risultati di uno studio condotto dall'Università di Tor Vergata di Roma, realizzato dall'istituto di Igiene e Sanità pubblica.
Lo studio, che ha riguardato le 21 città capoluogo di Regione, i cui dati di mortalità sono stati ottenuti con una ricerca attiva presso le anagrafi comunali, ha mostrato un eccesso di mortalità nei tre mesi estivi del 2003 rispetto al 2002 di 3134 unità, in larghissima prevalenza (92%) anziani, di età 75 anni ed oltre. Le città che hanno registrato il maggiore incremento sono state quelle del Nord-Ovest (Torino, Milano e Genova). Si è riscontrata inoltre una forte associazione tra dati di mortalità e indice di Disagio Climatico (Humidex).

 

 

Durante l'Estate 2003, in molti Paesi Europei si sono verificate eccezionali ondate di calore: in particolare in Francia, Spagna, Portogallo ed Italia si sono registrate temperature eccezionalmente alte. Il nostro Paese ha registrato nell’arco dell’estate condizioni climatiche estreme, protratte nel tempo; si sono avuti valori persistentemente elevati non solo di umidità e temperatura massima, ma anche di temperatura minima, configurando una situazione di disagio fisico continuato, senza neppure una tregua notturna, particolarmente nocivo alla salute. Le conseguenze sulla salute delle persone delle ondate di calore sono note: le persone anziane, le più fragili, con difficoltà di adattamento del sistema omeostatico alle alte temperature, ne risentono e la loro mortalità aumenta sensibilmente. Anche nel nostro Paese, dunque, l’eccesso di mortalità ha riguardato prevalentemente le persone anziane che vivono nelle città, per le quali l’isola di calore urbano è anche un’isola di solitudine. Come ci si poteva poi aspettare alla luce dei dati in letteratura, sono state le città con clima abitualmente fresco a registrare i maggiori eccessi di mortalità: le città del Nord, in particolare del Nord-Ovest (zone vicine alla Francia, con cui hanno condiviso le condizioni climatiche), e alcune del Sud, come L’Aquila, che sorge a oltre 700 metri di altitudine e Potenza, che si trova ad oltre 800 metri sul livello del mare. Nella seconda quindicina di agosto si è evidenziato un rilevante eccesso di mortalità anche in alcune città del Sud dal clima abitualmente caldo, quali Bari e Campobasso. Potrebbe avere contribuito a tale incremento un fenomeno già osservato negli studi epidemiologici sulle ondate di calore, per cui nelle città che hanno abitualmente un clima caldo gli effetti maggiori sulla mortalità si osservano dopo un’esposizione alle alte temperature che si protrae nel tempo. A Roma gli incrementi di mortalità si sono distribuiti nell’arco di tutta la stagione. In questo studio si conferma inoltre quanto osservato in seguito a ondate di calore verificatesi in varie parti del mondo: il tempo di ritardo, che intercorre tra le condizioni climatiche estreme e la mortalità è breve, dell’ordine di pochi giorni. Le correlazioni osservate tra mortalità e condizioni di disagio climatico e i tempi di ritardo piuttosto brevi tra condizioni climatiche estreme ed eccesso di mortalità, forniscono chiare indicazioni di Sanità Pubblica: debbono essere predisposte misure preventive, di aiuto socio-sanitario alle persone anziane fragili per evitare che al ripresentarsi di estati particolarmente calde si abbiano ancora eccessi di mortalità.

 

 


Piogge:

Oltre ad essere stato un anno decisamente caldo, il 2003 è stato anche molto poco piovoso.
Gennaio chiude con 38.0mm, un bottino ancora ancora accettabile se paragonato a quello di Febbraio: durante questo mese, infatti, si assiste ad un incredibile strapotere anticiclonico, che si concretizza con appena 0.6mm totali di rugiada!
Marzo segue la falsariga di Febbraio, con meno di 10mm complessivi.
La Primavera trascorre sotto condizioni di scarse precipitazioni, specie il mese di Maggio.
Anche l'Estate è assai avara di fenomeni, i quali si scatenano con inaudita violenza sulle medio-alte pianure lombarde.
Agosto, mese del terribile caldo africano, registra la miseria di 3.3mm.
La circolazione non cambia nemmeno tra Settembre ed Ottobre, mentre tra Novembre e Dicembre una maggiore ingerenza atlantica favorisce il passaggio di vari fronti perturbati, i quali hanno almeno il merito di portare il bottino annuale oltre i 500mm.

L'andamento pluviometrico del 2003 a Pavia



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