La nostra città cade di 6 posizioni

Classifica ecosistemi urbani 2008: Pavia è 16°ma

Ecosistemi 2008: Pavia perde 6 posizioniE' stata presentata oggi a Belluno l'analisi degli ecosistemi urbani italiani, eseguita dai centri di ricerca di Legambiente ed ilsole24ore.

A fronte della sfrenata corsa all'urbanizzazione, dei livelli di inquinamento (specie PM10) spesso sopra la norma durante la stagione estiva, dell'assenza di spazi verdi in città, Pavia rientra nel top twenty italiana, piazzandosi al 16°mo posto.

Bisogna però ricordare che nel 1999 Pavia era in testa alla classifica, e che da quell'anno ha avuto inizio una lenta ma inesorabile parabola discendente: dal 10°mo posto dell'anno scorso, abbiam perso altre 6 posizioni.

Il punteggio medio per definire una città "vivibile" dal punto di vista ambientale è il 50.0%: Pavia è sopra tale soglia, ma ciò che preoccupa è il valore delle città meridionali, con Frosinone che tocca addirittura il 28.04%.

Ecco la Classifica Finale delle "città più verdi" d'Italia:

POSIZIONE CITTA' PUNTI DIFF 2007
       
1 Belluno  74,63% 0
2 Siena  70,24% 4
3 Trento  67,96% 4
4 Verbania 66,38% 12
5 Parma  65,69% 3
6 Bolzano  65,59% 3
7 Savona 64,72% 7
8 Prato 64,10% 14
9 La Spezia 63,50% 16
10 Venezia  63,29% 1
11 Genova  62,16% 2
12 Mantova  61,79% -9
13 Ravenna 61,59% 15
14 Perugia 61,45% -9
15 Firenze 61,34% 2
16 Pavia 61,26% -6
17 Pisa  61,09% -5
18 Bologna 60,17% 5
19 Ferrara  59,53% 8
20 Bergamo  59,13% -18
21 Como  58,84% 0
22 Udine  58,66% -2
23 Reggio Emilia  58,59% -8
24 Livorno  58,53% -20
25 Brescia  58,29% 10
26 Piacenza 58,19% 20
27 Rieti  57,95% 20
28 Macerata 57,61% -9
29 Aosta 57,58% 1
30 Cuneo  57,23% 30
31 Terni  57,20% 20
32 Varese 56,76% 0
33 Ascoli Piceno 56,61% -9
34 Ancona  56,49% 19
35 Cagliari  56,09% 17
36 Forlì  56,06% 13
37 Caserta  55,84% 4
38 Campobasso  55,44% -20
39 Gorizia  55,00% -13
40 Cremona  54,94% 2
41 Sondrio 54,89% 19
42 Modena  54,87% -13
43 L'Aquila  54,26% 33
44 Lecco  54,23% -11
45 Cosenza 54,21% -12
46 Grosseto  53,09% 24
47 Pescara  53,05% 24
48 Arezzo  52,69% -38
49 Milano  52,47% 9
50 Trieste 52,44% 9
51 Lodi  52,42% 10
52 Asti  51,77% -9
53 Biella  51,70% 12
54 Pistoia  51,68% -16
55 Teramo  51,49% 30
56 Lucca 50,92% -25
57 Isernia  50,80% -3
58 Rovigo  50,69% -10
59 Chieti  50,66% 4
60 Bari  50,52% 22
61 Pesaro  50,41% 19
62 Pordenone  50,37% -28
63 Rimini  50,00% -25
64 Padova  49,93% 3
65 Sassari 49,83% 7
66 Taranto  49,63% 13
67 Vercelli  49,45% 23
68 Nuoro  49,15% 24
69 Novara  48,75% -27
70 Roma  48,68% -15
71 Treviso  48,58% -3
72 Torino  48,55% 2
73 Potenza  48,51% -35
74 Messina  47,91% -18
75 Verona  47,86% 2
76 Vicenza  47,82% -1
77 Oristano  47,00% 23
78 Imperia 46,56% 6
79 Foggia 46,51% 2
80 Vibo Valentia  46,28% -23
81 Agrigento 45,15% 16
82 Avellino  45,07% -37
83 Salerno  44,56% -19
84 Lecce  44,52% -13
85 Viterbo  44,49% -2
86 Alessandria  44,21% 1
87 Brindisi  44,17% -18
88 Napoli  43,87% 3
89 Massa Carrara 43,69% -16
90 Reggio C.  42,73% -12
91 Crotone  41,78% -3
92 Siracusa  39,15% 6
93 Catanzaro  39,04% 2
94 Caltanissetta  38,05% 5
95 Latina  36,98% -2
96 Enna  36,95% -10
97 Matera  36,50% -47
98 Palermo  36,31% -9
99 Trapani  35,51% -3
100 Benevento 35,00% 2
101 Catania  34,73% -7
102 Ragusa  32,85% 1
103 Frosinone  28,04% -2

Qui di seguito l'analisi dei risultati elaborata da Legambiente:

L’improvviso tracollo di Roma, lo scatto di reni di Milano, la bella conferma di Belluno, il Sud costantemente in panne, il protrarsi dell’emergenza mobilità, smog, trasporto pubblico. L’esame dei 125 indicatori di Ecosistema Urbano di Legambiente restituisce queste cinque immagini nitide dell’Italia delle città, con le due metropoli più importanti che imboccano strade diverse, la riproposizione di un divario enorme tra settentrione e meridione e una sostanziale stasi della qualità ambientale urbana.

Ma più in generale i numeri mettono in risalto un’Italia delle città davvero strana, piena di contraddizioni. Con alcune esperienze avanzate in diverse aree del Paese (il teleriscaldamento, una raccolta differenziata spinta) che si perdono in una generale mediocrità delle politiche ambientali. Con una forte domanda di una mobilità più sicura e scorrevole e con una realtà fatta di ingorghi, smog, tempi di percorrenza esageratamente lunghi, un servizio di trasporto pubblico che vede ormai salire ogni italiano sull’autobus meno di una volta a settimana, una stasi delle strategie volte a favorire gli spostamenti a piedi, in bicicletta o coi mezzi collettivi. Con una serie di consumi che, in tempi di crisi economica, si dicono in calo e invece restano stabili o continuano a crescere. Il rinnovo del parco auto, ad esempio: c’è stato un ricambio dell’8%, vecchie vetture sostituite da modelli freschi di concessionaria. Oppure la bolletta energetica e petrolifera delle città, praticamente identica a quello dell’anno prima.  E anche con una gestione dei rifiuti che rimane immutata. Paradossalmente, anzi, la produzione di spazzatura aumenta da un anno all’altro di un chilo a persona. Solo un chilo si potrebbe dire. Ma è un chilo molto pesante, che evidenzia appunto forti contraddizioni, che mette in luce quanto l’emergenza Campania abbia poco influenzato le scelte generali delle amministrazioni locali e di quella nazionale e che non suggerisce un cambiamento di rotta delle imprese nell’abbattimento delle quantità di imballaggi e plastica nonostante la consapevolezza ormai diffusa – sicuramente diffusa tra i cittadini – della necessità di diminuire gli scarti e di recuperarli. La stessa Napoli continua a produrre sempre più spazzatura.

Eccola l’Italia dei centri urbani disegnata da Ecosistema Urbano 2009, l’annuale ricerca di Legambiente sulla qualità ambientale delle 103 città capoluogo di provincia realizzata con la collaborazione scientifica dell’Istituto di ricerche Ambiente Italia e la collaborazione editoriale de Il Sole 24 Ore. La quindicesima edizione di Ecosistema Urbano è stata presentata oggi a Belluno, proprio la città che per il secondo anno consecutivo si impone nella classifica della sostenibilità ambientale guidando un pacchetto di testa che tra le prime cinque vede anche Siena, Trento, Verbania e Parma. Pur senza primeggiare in quasi nessuno dei parametri selezionati Belluno ha comunque buone performance in tutti i settori, senz’altro superiori alla media. E questo in un panorama di generale grigiume basta e avanza per essere, relativamente, il centro urbano migliore. Ha una discreta qualità dell’aria (la media annuale delle polveri sottili scende da 26 a 23 microgrammi per metro cubo, ampiamente entro i limiti di legge). Ha un’ottima raccolta differenziata (il 57,4%), una bassissima produzione di rifiuti, bassi consumi di acqua (136 litri pro-capite) ma perdite eccessive dalla rete idrica (il 36%), un trasporto pubblico sufficiente (76 viaggi a testa ogni anno), una buona dotazione di spazio per le bici (4,6 metri per abitante) e una crescita costante degli spazi interdetti alle auto. Tra i meriti di Belluno c’è sicuramente anche quello di migliorare da un anno all’altro le sue ecoprestazioni. L’altra faccia dell’Italia delle città si chiama Frosinone, ultima nella graduatoria di Ecosistema Urbano 2009, che occupa la coda insieme a Ragusa, Catania e Benevento. Nel capoluogo laziale parecchio smog, un trasporto pubblico quasi inesistente, un altissimo tasso di motorizzazione (73 auto ogni 100 abitanti).

“Le colpe della staticità delle città sono varie e non sempre ricadono sui sindaci – ha sottolineato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – Non è per esempio colpa degli amministratori locali se da molti anni lo Stato investe poco nelle infrastrutture per il trasporto pubblico urbano, però capita spesso che questo dato oggettivo venga usato come un alibi dai primi cittadini che molte cose utili potrebbero farle e a costo zero, dalla sperimentazione di forme di road pricing sul modello di Londra o Milano, alla moltiplicazione delle corsie preferenziali. Ecco, se dovessimo indicare oggi l’identikit del buon amministratore potremmo sintetizzarlo in questo modo: un sindaco che agisce per risolvere i problemi e così facendo riscuote consenso. Troppi sindaci sembrano pensare che l’obiettivo di rendere le città più moderne ed efficienti passi più da qualche grande infrastruttura isolata piuttosto che da una forte scommessa sulla qualità ambientale come fattore di benessere civico e anche di sviluppo economico”.

Ecosistema Urbano 2009 segnala inoltre la presenza di Cagliari al 35° posto nella classifica generale (prima delle città del sud e isole) e al 5° posto tra le grandi città, in salita di 17 posizioni rispetto all’edizione 2008. Al Sud migliora anche Caserta che si piazza al 37°posto, era al 41° lo scorso anno.

Ci sono poi gli enormi passi indietro di Roma (dal 55° scivola al 70° posto) e quelli in avanti di Milano (guadagna circa 10 posizioni ed è 49°). Le due aree metropolitane italiane erano fino allo scorso anno appaiate. Ora la netta separazione. E’ vero che Roma ha un inquinamento atmosferico leggermente più basso rispetto a quello del capoluogo lombardo, ma per il resto la Capitale mette in fila una serie di risultati negativi: Milano ad esempio batte Roma in raccolta differenziata (31% a 17%), per le isole pedonali, le piste ciclabili.

Tra la prima e l’ultima classificata di Ecosistema Urbano c’è un baratro. I migliori progrediscono, i peggiori sembrano quasi arretrare: le distanze non si attenuano, si esasperano. E gli ultimi non sono necessariamente i più poveri (in parte, sì, sono le città a più basso reddito), ma quelli che peggio curano le loro risorse ambientali. Le ultime 14 città di questo anno (non molto diverse da quelle del 2007 o anche del 2003) sono tutte città di cinque regioni: Sicilia (7), Calabria (3), Lazio (2), Campania (1). E, a sorpresa, Matera: ma in questo caso si tratta di una posizione che dipende da carenza di dati.  Attenzione però: il divario segue in gran parte i confini tra Nord e Sud, ma senza automatismi. Un po’ di città meridionali (e praticamente tutta la Sardegna) hanno prestazioni complessive migliori delle medie nazionali dei singoli indicatori e di città del centro-nord.

“Sgombriamo il campo dall’idea che queste città siano “in ritardo” perché (o solo perché) a più basso reddito – commenta Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente –  Frosinone, ultima in classifica, ha lo stesso prodotto interno lordo procapite di Verbania che è invece tra le prime cinque, Catania (la terzultima) ha un pil procapite superiore a Campobasso (che è 63 posizioni sopra nella classifica), Catanzaro ha un reddito procapite superiore a Cagliari ma più di 15 punti in meno nella classifica di qualità ambientale. Inoltre, nonostante fattori di pressione leggermente più bassi, in queste città i problemi ambientali non sono meno urgenti. Anche senza scomodare l’abusivismo o lo smaltimento illegale dei rifiuti, in questi centri urbani la qualità dell’aria e quella delle acque potabili sono peggiori della media nazionale. Ma dove la distanza diventa eclatante è su tutti quegli indicatori che chiamano in causa la qualità delle politiche e del governo. L’infrastrutturazione ambientale è decisamente meno sviluppata della media nazionale: sono depurate il 70% delle acque contro una media dell’85%, la capacità di trasporto pubblico è meno della metà della media nazionale, la disponibilità di verde urbano è addirittura inferiore del 60%. Le politiche ambientali attive sono deboli se non inesistenti: la raccolta differenziata è a un terzo della media nazionale (ancora sotto agli obiettivi di legge), zone a traffico limitato e piste ciclabili sono quasi inesistenti (il 15% della già modesta media nazionale), le azioni ambientali positive (acquisti verdi, politiche di risparmio energetico etc.) hanno una diffusione largamente inferiore anche alla media nazionale. Dietro le città che migliorano o che peggiorano nella loro qualità ambientale ci sono poche condizioni “oggettive”. C’è la qualità del governo. C’è la qualità delle politiche del governo locale e anche (e non ultima) la qualità della cultura civica locale. Questo e niente altro spiega perché qualcuno migliora, molti vivacchiano, altri addirittura peggiorano”.

Tornando a ragionare di vetta, invece, si riparte dal secondo gradino del podio: Siena. Migliora nell’inquinamento atmosferico, migliora la percentuale di acque reflue depurate che arriva al 95%, aumenta ancora i metri quadrati per abitante di superficie dedicati alle bici (che passano dai 3,51 della scorsa edizione ai 4,51) e quelli limitati al traffico veicolare che salgono a 30,94 metri quadrati pro capite (erano 30,79 in Ecosistema Urbano 2008) e in questo caso valgono al capoluogo toscano il primo posto nella classifica di settore. Terza si piazza Trento che progredisce peraltro ancora nella raccolta differenziata dei rifiuti (passa dal 47% della scorsa edizione al 50,3%), al quarto posto c’è Verbania anche grazie a significativi passi avanti, ad esempio, nell’intero settore della mobilità urbana, al quinto c’è Parma che abbatte notevolmente le concentrazioni di smog: le medie dell’NO2 si abbassano da 52 microgrammi/mc della scorsa edizione ai 46 di quest’anno, così come quelle del PM10 che calano da 40 microgrammi/mc a 36,5. Anche l’Ozono scende dai 58 giorni di superamento delle soglie dello scorso anno agli attuali 48

L’Ufficio Stampa

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Il meglio e il peggio dell’Italia delle città

Ecco, sinteticamente, alcuni indicatori di Ecosistema Urbano 2009 di Legambiente e le performance urbane migliori e peggiori in questi parametri

Smog. Segnali contrastanti. Diminuiscono leggermente le emissioni di biossido di azoto (NO2) e le concentrazioni di polveri sottili (Pm10), ma salgono quelle di ozono. L’emergenza smog resta comunque alta in molte città italiane. Per quello che riguarda l’NO2 in 48 comuni almeno una centralina ha registrato valori medi annui superiori alla tolleranza massima di 46 mg/mc, prevista al 2007 e sono 26 i comuni particolarmente critici per le Pm10. L’ozono è in salita: 54 città (il 69% di quelle che hanno una rete di rilevamento per questa sostanza) superano il valore obiettivo per la protezione della salute umana.

NO2 - (media annua in microgrammi/mc)

Le migliori: Macerata (14,2), Crotone (16,2), L’Aquila (17,0)

Le peggiori: Torino (64,0), Milano (62,8), Genova e Salerno (59,9), Roma (59,8)

Pm10 - (media annua in microgrammi/mc)

Le migliori: Cosenza (13,9), Nuoro, (16,3), Isernia (17,6)

Le peggiori: Torino (59,5), Frosinone (58,4), Siracusa (51,3), Milano (51,0)

Ozono – (media giorni superamento del limite)

Le migliori: Caserta, Imperia, Latina, Nuoro, Teramo (0)

Le peggiori: Novara (99), Bergamo (88), Mantova (87)

Consumi. Il consumo d’acqua si attesta a 192 litri al giorno pro capite (ma il 28% dei comuni si colloca al di sopra di questa soglia) e molte città buttano acqua a fiumi da acquedotti colabrodo: il 45% dei centri urbani ha perdite di rete superiori al 30%. La produzione di rifiuti registra un nuovo lieve incremento (+0,5% in valore assoluto, +0,1% sul pro capite) attestandosi per il 2007 a 10,75 milioni di tonnellate, pari a una produzione annuale di circa 618,7 kg pro capite. Il tasso medio di motorizzazione dei 103 comuni capoluogo italiani analizzati si mantiene elevato, con 64,5 auto ogni 100 abitanti, in crescita di 2 punti rispetto al 2006 e superiore al valore nazionale che si attesta sulle 62 auto/100 ab. Migliora la qualità del parco veicolare: per la quasi totalità dei comuni (l’85%) le auto Euro3 ed Euro4 rappresentano tra il 35% e il 50% del parco auto totale. Tra il 2006 ed il 2007 il consumo medio di carburanti per abitante, stimato in chili di petrolio equivalente (kep), cresce passando da 433 a 451 kep/abitante, mentre per l’elettricità si nota una notevole variazione tra i valori più bassi, che oscillano intorno ai 900 kWh pro capite, e quelli più alti, che si aggirano attorno ai 1.400 kWh, con una media italiana che si attesta a 1.200 kWh pro capite, in lieve aumento rispetto lo scorso anno (+45 kwh pro capite).

Acqua potabile (lt/abitante(giorno)

Le migliori: Enna (87,8), Agrigento (98,9), (Caltanissetta (99,6)

Le peggiori: Salerno (260), Massa (252), Pescara (249), Bergamo (247), Roma (238)

Tasso di motorizzazione (auto/100 abitanti)

Le migliori: Venezia (43), Genova (47), La Spezia (51)

Le peggiori: Aosta (202), Viterbo (76), Latina (74), Frosinone (73), Potenza e Roma (71)

Consumi carburante (kep/abitante/anno)

Le migliori: Enna (235), Napoli (282), Foggia (323), Agrigento (336), Genova (340)

Le peggiori: Sassari (765), Ragusa (761), Nuoro (729), Cagliari (666)

Elettricità (kW/abitante/anno)

Le migliori: Campobasso (896), Matera (926), Benevento e Potenza (936)

Le peggiori: Bolzano (1672), Cagliari (1591), Aosta (1455)

Trasporto pubblico. Tra le aree metropolitane Roma registra il valore più alto seguita da Milano (entrambe comunque sopra i 400 passeggeri per abitante annui), mentre Napoli e Torino rimangono decisamente staccate, entrambe sotto i 200 passeggeri per abitante annui. Tra le grandi città con oltre 200.000 abitanti, Venezia primeggia con 652 viaggi per abitante annui, che rappresenta anche il valore più elevato in assoluto, ma la prestazione così elevata è dovuta anche alla particolarità della sua conformazione lagunare. Decisamente inferiori i valori registrati nei piccoli centri dove il trasporto pubblico continua ad essere formalmente o virtualmente assente: sono 42 i comuni di media e piccola dimensione in cui i viaggi per abitante effettuati annualmente con trasporto pubblico sono inferiori ad uno alla settimana.

Trasporto pubblico (viaggi/abitante/anno)

Le migliori: Venezia (652), Roma (517), Milano, (415)

Depurazione. Sono ancora 5 i comuni in cui è raggiunto da depuratore meno del 50% della popolazione, con la situazione più critica ad Imperia, ancora sprovvista di impianto, seguita da Benevento, Catania, Palermo e Treviso. Sono 48 i comuni il cui impianto di depurazione raggiunge almeno il 90% dei cittadini, tra questi 48, 13 servono sostanzialmente tutta la popolazione residente.

Depurazione (% di reflui depurati correttamente)

Le peggiori: Imperia (0), Benevento (20), Trieste (29), Catania (33), Palermo (34)

Raccolta differenziata. Nel 2007 la percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani registra un nuovo passo in avanti attestandosi su un valore medio di 24,4% rispetto al 21,9% della scorsa edizione. Il raggiungimento dell’obiettivo di legge, però, è ancora molto lontano.

Raccolta differenziata (% rifiuti raccolti separatamente sul totale)

Le migliori: Verbania (72,4), Novara (67,8), Asti (60,9), Belluno (57,4)

Le peggiori: Siracusa (2,9), Palermo (3,7), Messina (3,8), Taranto (4,1)

Isole pedonali, zone a traffico limitato, piste ciclabili. Impercettibile crescita delle isole pedonali (da 0,33 m2 per abitante a 0,35 m2). Quattro comuni (Venezia, Verbania, Terni e Cremona) superano la soglia di un metro quadro per abitante. Tra le grandi città, oltre al caso eccezionale di Venezia, Torino ha circa 737.000 m2 di isole pedonali, seguita da Roma con circa 390.000 m2 e da Milano, Napoli e Firenze con superfici pedonalizzate pari a circa 300.000 m2. Sono, invece, 28 le città in cui la superficie pedonalizzata a disposizione del singolo abitante è ancora decisamente limitata e non raggiunge un terzo della media. Ci sono invece circa 3 m2 per abitante di Ztl. Sono 11 le città per cui il dato non è stato fornito o non è stato considerato valido. Mentre 18 città, 12 in più dell’ultima rilevazione, dichiarano di non aver adottato alcuna limitazione del traffico. Nel complesso, sono 10 le città che hanno ZTL con estensione superiore a 100 ettari. Tra queste, Roma si conferma in testa alla classifica, prima tra le grandi città seguita da Firenze, Bologna e Verona che hanno oltre 3.000.000 m2 di ZTL. Tra le medie-piccole primeggia Siena, che con 31 m2/abitante detiene anche il primato in termini di disponibilità pro capite. Al di sopra dei 10 m2 per abitante si collocano anche Mantova, Pisa, Verona, Firenze, Verbania e Lecce. Mentre all’opposto ancora 25 comuni rimangono comunque al di sotto di 1 m2 per abitante. Complessivamente le piste ciclabili si estendono per poco meno di 2.500 km, in crescita rispetto ai dati del 2006 (circa 200 km in più), ma anche in questo caso lontani dalle prestazioni europee: basti pensare che l’insieme della rete di piste ciclabili di 3 città europee (Copenhagen, Helsinki e Vienna) ha un’estensione pari a quella di tutti capoluoghi italiani. Analizzando l’indice di ciclopedonalità, 31 città hanno valori superiori ai 10 “metri equivalenti” ogni 100 abitanti; tra queste si segnalano Reggio Emilia, Mantova, Vercelli e Verbania che hanno valori superiori ai 25 “metri equivalenti” ogni 100 abitanti.

Isole pedonali (metri quadrati per abitante)

Le migliori: Venezia (4,68), Verbania (2,81), Terni (1,67), Cremona (1,26)

Le peggiori: Viterbo, Trapani, Rovigo, Brindisi e Bergamo (0)

Ztl (metri quadrati per abitante)

Le migliori: Siena (30,94), Mantova (17,49), Pisa (14,88), Verona (11,84), Firenze (11,19)

Piste ciclabili: (metri lineari ciclabili per abitante)

Le migliori: Reggio Emilia (30,74), Mantova (28,75), Vercelli (26,02)

Le peggiori: Isernia, L’Aquila, Napoli, Potenza, Teramo e Vibo Valentia (0)

Verde urbano. 33 comuni dichiarano ancora una superficie di verde urbano fruibile inferiore a 5 m2/ab, circa un terzo del minimo di quanto era previsto dagli standard urbanistici nazionali, mentre sono diventate 11 le città con superfici che superano i 25 m2 per abitante. Tra queste spiccano le prime 6 con valori oltre i 30 m2 pro capite: Lucca (53,30 m2/ab), Modena (36,40 m2/ab), Prato (34,71 m2/ab), Rovigo (33,86 m2/ab), Pordenone (31,74 m2/ab) e Firenze (30,37 m2/ab).

Verde urbano (metri quadrati per abitante)

Le migliori: Lucca (53,3), Modena (36,4), Prato (34,7), Rovigo (33,8), Pordenone (31,7), Firenze (30,3)

Le peggiori: Messina (0,4), Trapani (0,7), Caltanissetta (0,7), Sassari (1,1)

Energia rinnovabile. I comuni che hanno installato pannelli fotovoltaici sono 59. Primeggia Benevento con 4,30 kW di potenza per abitante, seguita da Prato (con 3,23 kW di potenza/ab), Frosinone e Foggia con più di 2 kW di potenza per abitante. Salgono invece a 47, rispetto alle 30 dello scorso anno, le amministrazioni che hanno optato per impianti solari termici: tra queste emerge Siena (con quasi 10 m2 ogni 1.000 abitanti), seguita da Catania e Novara con oltre 4 m2 ogni 1.000 abitanti. Da segnalare che Forlì, La Spezia, Modena, Ragusa, Sondrio e Vercelli ottengono il punteggio massimo per entrambi gli indicatori sul solare. Meno diffuse tra i comuni italiani sono le reti di teleriscaldamento, realizzate in 22 comuni di cui però 15 mostrano un elevato numero di abitanti raggiunti (Mantova è prima con più di 800 abitanti serviti ogni 1.000 residenti, Brescia seconda con oltre 700 abitanti allacciati ogni 1.000 residenti). Resta decisamente indietro l’installazione di impianti a biomasse: sono infatti solo 10 le amministrazioni comunali che ne usufruiscono, con valori importanti per Cremona (189 kW ogni 1.000 ab), Brescia (147 kW ogni 1.000 ab) e Bergamo (99 kW ogni 1.000 ab). Ad un esame complessivo, Brescia, Genova e Torino risultano essere le uniche città capoluogo a cimentarsi con tutte e quattro le tipologie di fonti energetiche.

Fonte: www.legambiente.eu

 

Lunedì 13 Ottobre 2008 - Ore 13.30

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